18 settembre 2004

Punta Basei (3.338 mt)

quota partenza: 2.532 mt dislivello totale: 806 mt Italia - Piemonte - Torino
Valle Orco - Pian del Nivolet
Oggi vogliamo superare noi stessi e... per la prima volta ci lanciamo verso una vetta che supera i 3000 mt.
Arriviamo al Rifugio Savoia molto presto; la temperatura è parecchio bassa, siamo già alla metà di settembre, ma soprattutto siamo in alta quota!
Costeggiando i Laghi della Piana notiamo che la superficie dell'acqua è ricoperta da un leggero strato di ghiaccio, ma crea ugualmente suggestione quando la vetta della Basei si riflette nel suo interno.La giornata è spettacolare, da cartolina, non c'è una nuvola e l'aria è molto tersa.
Salendo il costone lasciamo sotto di noi i bellissimi laghi che spiccano tra l'erba ormai quasi secca, dietro di loro svetta il massiccio del Gran Paradiso, in tutto il suo splendore.Rivolgendo lo sguardo verso l'alto, iniziamo a vedere in lontananza la cima, dietro all'omonimo ghiacciaio, oggi molto ridotto rispetto al passato, tanto che ormai si può raggiungere la vetta seguendo il sentiero ricavato sui detriti lasciati dal ghiacciaio, mentre un tempo erano necessari i ramponi, ora utilizzati solo per il percorso facoltativo dagli appassionati.La salita è abbastanza ripida, ma il più difficile è camminare sulle roccette, un po' scivolose... Costeggiamo il ghiacciaio, abbastanza spesso, ma pieno di crepacci molto profondi. Dopo un po' di fatica raggiungiamo il colle della Nivoletta, una bella terrazza sulle montagne ed i ghiacciai circostanti, un anticipo del panorama della vetta, che ormai non è lontana!C'è ancora un tratto pressoché pianeggiante, prima di iniziare a salire lo spuntone finale.
Nel tratto finale, proprio sotto alla croce, si trova una finestra naturale tra le rocce molto suggestiva, con vista sulle montagne valdostane.Ancora un ultimo sforzo, una piccola scalinata, quasi senza pendenza, percorribile solo grazie all'aiuto di una grossa corda fissa.
Ed eccoci finalmente! Sembra di essere in Paradiso, sopra tutto e tutti!
La croce non è molto grande, ma molto "alpina".Il Panorama spazia a 360° lasciando vedere tutte le cime più famose ed i laghi della Valle Orco.
Scendendo ripercorriamo il sentiero della salita, ammirando ulteriormente la bellezza di questo splendido panorama che con i colori caldi del tramonto è ancora più ricco di contrasti!

28 agosto 2004

Lago Miserin (2.578 mt) - Finestra di Champorcher (2.828 mt)

quota partenza: 1.801 mt
dislivello totale: 684 mt
Italia - Valle d'Aosta - Aosta
Valle di Champorcher - Dondenaz
La giornata è bella, senza una nuvola.
Andiamo a Champorcher e poi ci dirigiamo verso Dondenaz, dove lasciamo l'auto.
Imbocchiamo un sentiero che sembra un'autostrada alpina: larghissimo, molto battuto e poco ripido.
Con molta tranquillità raggiungiamo dopo circa un'ora e mezza il vastissimo lago e l'omonimo rifugio con vicina la chiesetta dedicata alla Madonna della Neve.
Non essendo stanchi, decidiamo di passeggiare ancora un po', e, tanto per farci venire l'appetito per il pranzo, saliamo sulla destra del lago, su di un sentierino un po' roccioso e ripido, per raggiungere quella che viene chiamata la Finestra di Champorcher, passaggio verso la vallata di Cogne.
La visuale è molto ampia ed il paesaggio molto bello, anche dalla parte del lago Miserin che però da questo punto non è visibile, nascosto dal costone roccioso.Ristorniamo quindi al lago, che purtroppo però viene raggiunto anche dalle nuvole.
Facciamo un giro tutt'intorno ed ammiriamo il bellissimo scenario che ci propone la natura, tra l'acqua, le nuvole e i bellissimi batuffoli bianchi che non abbandonano mai i laghi alpini.

21 agosto 2004

Laghi della Furce (2.165 mt)

quota partenza: 1.074 mt
dislivello totale: 1.091 mt
Italia - Piemonte - Torino
Valchiusella - Traversella - Fondo
Al mattino presto raggiungiamo la bellissima cascata, oltre Fondo, ed iniziamo a salire seguendo il sentiero dietro al vecchio ponte di pietra, nel bosco.Terminate le piante, si apre un bel pianoro, con alcune baite, rigorosamente in pietra.Proprio davanti a noi la montagna sulla quale ci sono i laghi della Furce, ci rendiamo subito conto che non sarà un'impresa molto facile, dato il dislivello, ma... continuiamo!Iniziamo così a salire, e saliamo sempre, senza tregua.
L'unico incentivo sono alcuni mirtilli che mangiamo qua e là.
Arrivati ad una certa quota il paesaggio si fa più avvincente, spaziando anche sulle montagne circostanti.Continuando la nostra inarrestabile salita raggiungiamo un alpeggio, dietro al quale sappiamo dovrebbero trovarsi i laghi, non ne possiamo più!Proseguiamo su di un sentiero un po' pianeggiante, ma senza esagerare...
All'improvviso davanti a noi appare, come un miraggio una piccola pozza d'acqua.
Che immensa delusione... tanta fatica per una cosa del genere? In realtà era solo un falso allarme, il vero lago è leggermente oltre, nascosto dietro ad un costone...
Che sollievo! Questo sì che è molto bello ed anche parecchio vasto.Ci apprestiamo a scendere nella conca per poterlo ammirare da vicino, intanto, anche visto dall'angolazione opposta non è niente male, con la pianura eporediese ed il lago di Viverone come sfondo.Giungendo al livello del lago vediamo che ci sono tantissimi eriofori, che danno un tocco di colore a questo luogo d'incanto.
Dobbiamo ammettere: è stata dura, ma... ne è valsa la pena!Ci fermiamo il più possibile per goderci questo bellissimo scenario, ma la strada del ritorno è ancora lunga, guardando dall'alto si nota ancora meglio, Fondo è ancora lontano!!!

31 luglio 2004

Bocchetta delle Oche (2.415 mt)

quota partenza: 1.074 mt
dislivello totale: 1.341 mt
Italia - Piemonte - Torino
Valchiusella - Traversella - Fondo
Oggi decidiamo di percorrere il sentiero del GTA che da Fondo conduce alla Bocchetta delle Oche, valico verso Piambrato e la Valle Soana.Ci dirigiamo verso Tallorno e poi verso l'Alpe Pasquere, costeggiando il torrente Chiusella, nel suo vallone.
Ci sono vasti pianori erbosi con tantissime piante di mirtilli.Raggiunta l'Alpe Nova termina un po' il percorso "facile" e si inizia a salire, su di un comodo sentiero.
Si oltrepassano altri alpeggi, ben conservati, fino a raggiungere alcune baite, ancora abitate in estate, proprio sotto al Monte Marzo.
Finalmente, l'Alpe Oche inferiori.La Bocchetta però... è ancora lontana!
Intanto iniziano ad arrivare le tipiche nuvole ed anche un po' di nebbiolina, siamo alle solite... speriamo almeno non piova!
Passato il primo altipiano ne raggiungiamo un altro, senza baite, ma con tantissimi fiori, veramente molto molto bello e colorato!Continuando a salire, raggiungiamo infine la terza balza, quella dell'Alpe Oche Superiori. Non manca più molto, ancora una ripidissima ed ultima salita...
Siamo quasi totalmente circondati dalla nebbia, si vede pochissimo, ma, arrivati al colle, grazie ad una folata di vento, riusciamo ad avere un piccolo spiraglio di vista sull'altro versante.L'idillio dura poco, così ritorniamo sui nostri passi e scendiamo alle baite per pranzare.
Ad un tratto ci viene in mente che proprio in quella zona dovrebbe nascere il Chiusella, così ne iniziamo la ricerca.
Non conoscendo metodi scientifici per l'identificazione di una sorgente, abbiamo risalito con esattezza il rigagnolo fino ad arrivare in un punto in cui l'acqua usciva da una roccia come da una fontana... magari non è quella effettiva, ma... come si dice, l'importante è esserne convinti!

10 luglio 2004

Laghi della Buffa (2.176 mt) - Lago Liamau (2.336 mt)

quota partenza: 1.074 mt
dislivello totale: 1.262 mt
Italia - Piemonte - Torino
Valchiusella - Traversella - Fondo
Il giro che vogliamo fare non è dei più semplici perché è molto lungo, speriamo che anche il tempo ci accompagni, al mattino molto presto è bello.
Lasciata l'auto a Fondo, passando per Tallorno, proseguiamo subito verso l'Alpe Pasquere, dopo iniziamo a salire sul versante sinistro, nel vallone solcato dal Rio Spartore.
Ci sono molti alpeggi, alcuni ancora utilizzati, tutti in pietra, bellissimi.Il sentiero è abbastanza ripido e tutt'intorno ci sono principalmente rocce ed arbusti, poi tutto ad un tratto si apre una zona abbastanza pianeggiante, in direzione dell'Alpe Candele, molto verde, piena di fiori.Continuando ancora a salire si raggiunge poi un piccolo colletto dal quale si iniziano a vedere due laghetti, molto carini, ed erroneamente pensiamo che i Laghi della Buffa siano solo quelli.Scendiamo per avvicinarci al primo lago, raggiungiamo anche il secondo, più piccolo, poi volgendo leggermente lo sguardo a sinistra, notiamo che, dietro ad una roccia, se ne apre un'altro, ancora più bello dei precedenti e notevolmente più grande.
Le montagne del versante opposto si affacciano nel lago gelido, ancora circondato da parecchia neve. Molto suggestivo.Lasciando la conca dei laghi sotto di noi saliamo lungo un sentiero quasi inesistente, sprofondando un po' nella neve, ancora fresca.
La vista ora è splendida, si vedono gli specchi d'acqua da un'altra angolazione, nel loro insieme. Arrivati alla Bocchetta dei Burè, circa 2.300 mt, notiamo di esserci alzati parecchio, dopo pochi passi ci troviamo subito davanti al famoso Lago Liamau. Rimaniamo senza fiato. E' bellissimo!C'è ancora molta neve e la sua superficie è quasi completamente ancora ricoperta da uno strato di ghiaccio che crea un particolare riflesso azzurro.Facciamo un giro tutt'intorno, poi decidiamo di salire ancora fino ad un'altra bocchetta. Dall'alto si nota maggiormente quanto vasto sia questo lago alpino.Cerchiamo quindi di passare nell'altro vallone, quella del Rio Balme, raggiungendo i posti in cui ci eravamo fermati la settimana prima a causa del maltempo.
Già si vede in lontananza il Lago Sucal. Da questo punto in poi la situazione si fa più difficile, in quanto il percorso non è più segnato e non si sa dove passare, arrivati ad un certo punto ci troviamo nei paraggi del torrente, quindi cerchiamo prima di avvicinarlo e poi di attraversarlo.
Dopo alcuni momenti un po' impegnativi... riusciamo a raggiungere il sentiero che avevamo interrotto la volta scorsa, ripercorrendolo nella direzione opposta.
In pochi giorni la neve si è sciolta quasi completamente.Il Lago Sucal è sempre bellissimo, oggi possiamo vederlo nella sua totalità, senza che la nebbia ne limiti i particolari.Continuando a scendere ritroviamo anche il Lago Creus, che visto dall'alto, con piena visibilità, sembra incastrato nel manto erboso, attraversato dal piccolo fiume, che scende poi tra le rocce, verso la Bora ed Talorn.
Raggiunto poi il laghetto, dopo una breve sosta, riprendiamo la strada del ritorno, senza nessun problema, dato che il percorso non ci è nuovo.Questa è stata una passeggiata molto lunga ed impegnativa, ma particolarmente avvincente.
In una giornata sola abbiamo visto moltissimi laghi, paesaggi e ambienti completamente differenti tra di loro. Situazioni e scenari difficilmente immaginabili dal fondovalle.